Notizia inserita il 6/09/2010
Un presidio alla Sagra dei Osei (Sagra degli uccelli) contro l'imprigionamento dei volatili.
Testimonianza di Massimo e Daniela
La Sagra dei Osei (Sagra degli uccelli) è una fiera che si svolge annualmente a Sacile (Pordenone) la prima domenica dopo Ferragosto. Incentrata sull'esposizione e sul mercato di uccelli da canto, figura tra le più antiche sagre popolari d'Italia.
Anche quest'anno è stato organizzato un presidio di protesta proprio nel cuore della sagra (Piazza del Popolo), tenutosi domenica 22 agosto.
Il presidio alla sagra dei osei è faticoso soprattutto da un punto di vista psicologico: siamo circondati da espositori con migliaia di uccelli "da richiamo" (richiami vivi), animali da cortile, rettili... tutti stipati in gabbie minuscole, per ore, sotto il torrido sole di agosto, spesso anche senza acqua e cibo.
La tanto decantata "festa della natura" altro non è che la festa della gabbietta, un business che muove espositori e allevatori da tutta Italia (anzi, è il caso di dire da tutta Europa). A pagarne le spese sono migliaia di animali considerati alla stregua di merce. Durante il presidio due attivisti della LAC hanno, come ogni anno, effettuato un sopralluogo, soffermandosi nella zona dedicata agli animali da cortile (erano accompagnati da due veterinari). Il sopralluogo ha permesso di individuare le pessime condizioni in cui venivano detenute decine di animali, dai casi meno eclatanti in cui gli stessi erano senz'acqua a quello più grave in cui l'espositore si era "scordato" di riparare gli animali dal sole lasciandoli "friggere", sino all'intervento del Corpo Forestale regionale e del veterinario dell'ASL. Oltre a questo, sono stati riscontati anche assembramenti di animali in piccolissime gabbie.
Nel pomeriggio si è anche verificato il decesso di una decina di canarini tenuti in alcune gabbiette esposte in Piazza del Popolo. Non hanno resistito al caldo che, nel pomeriggio, ha raggiunto anche i 37/40 gradi.
Questa è la più prestigiosa e tristemente nota fiera ornitologico venatoria che abbiamo in Italia. Le autorità di Sacile la difendono strenuamente in nome della tradizione e di un amore per la natura che è solo la copertina patinata dietro cui si celano guadagni enormi. E' anche un appuntamento molto importante per i cacciatori, come si può ben immaginare. Presidiare questa sagra è dunque importante perché la sola presenza degli animalisti innervosisce parecchio gli addetti ai lavori, rovina loro la festa.
Fondamentale è stato l'appello a manifestare il dissenso verso questa sagra diffuso tramite le mailing list: numerose mail sono giunte da tutta Italia alla Pro Sacile e ai giornali locali, che hanno dato ampio spazio e per numerosi giorni alla protesta, alle nostre ragioni. Tutto questo ha sortito un effetto immediato sulla "punta di diamante" della sagra: la premiazione del concorso canoro (elezione del "tordo nazionale"). La nostra presenza in Piazza del Popolo ha intimidito a tal punto gli organizzatori da costringerli a spostare la premiazione (con tanto di autorità di spicco regionale e nazionale) in una zona più defilata e meno prestigiosa, per paura di eventuali contestazioni.
Ne è stata data notizia anche al TG di Rai Regione, e ci sembra un risultato da non sottovalutare. Vogliamo ringraziare di cuore tutti gli attivisti (friulani, veneti ed emiliani) che hanno dato luogo a questo presidio. E ringraziamo anche chi, da tutta Italia, ha messo nero su bianco il proprio dissenso scrivendo all'ente organizzatore e ai giornali.
Ci auguriamo in futuro di essere sempre più numerosi: solo in questo modo sarà possibile mettere una volta per tutte in discussione questa sagra della prigionia.
Ed ecco un breve video costruito con le foto dei poveri animali prigionieri in questa "festa":
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