Notizia inserita il 06/08/2016
Martedì 9 agosto, alle ore 19.00, nella Sala Comunale d'Arte di Trieste (piazza Unità d'Italia 4) avrà luogo l'inaugurazione della personale del pittore Gastone BIANCHI, che sarà presentata sul piano critico da Marianna ACCERBONI.
L'esposizione sarà visitabile sino al giorno 28 agosto 2016, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
Scrive Marianna Accerboni - A partire dai Fenici per arrivare, passando per la antiche fornaci di Murano, fino a Carlo Scarpa e all'arte contemporanea, molti grandi artisti si sono dedicati alla fascinosa quanto complessa arte del vetro.
Si mette alla prova in questo campo, raggiungendo esiti molto raffinati, anche il giovane pittore Gastone Bianchi, con la creazione di otto vasi realizzati mediante la tecnica delle murrine. Figlio d'arte, trae da un progetto di restauro per una magione triestina, firmato dal padre Edoardo, l'ispirazione per la scelta della gamma cromatica di queste opere, che in mostra trovano un coerente e interessante pendant nell'esposizione degli otto bozzetti del progetto, affiancati dalle murrine che li compongono; ma non solo, Gastone, che nasce pittore, espone anche otto interpretazioni pittoriche dei vasi stessi, realizzate su poliestere, per associazione di trasparenze. Puntando dunque a riproporre nella bidimensione una delle qualità principali del vetro, che è proprio la magica trasparenza e che l'artista raggiunge fornendo un'elegante rievocazione bidimensionale del vaso.
Curiosità da non trascurare è il fatto che nel caso di Bianchi i vasi "costruiti" con le murrine non sono realizzati a Murano, uno dei luoghi cui per tradizione si associa il concetto di murrina: il termine fu infatti coniato proprio in quell'isola nel 1878 dall'abate Vincenzo Zanetti, dopo che in antico tale tecnica era pervenuta dai maestri alessandrini per mano di Pompeo a Roma, dov'era stata ripetutamente riprodotta per essere poi ripresa nel '500 dai vetrai muranesi.
Gastone invece realizza le sue creazioni nell'atelier di Diego Feurer a Lugano, dove ha lavorato per due anni assieme ai maestri Matthew Curtis di Sidney e a Thomas Blanck di Berna. E simbolici, curiosi e coinvolgenti sono anche i nomi come per esempio Wysteria (glicine), Lullaby (la canzone), Corbulino (il vino di Scarpa), ideati dall'autore per queste eleganti creazioni che, nella simmetrica armonia, nel cromatismo intenso ma delicato, nella varietà coerente delle forme, testimoniano la maturità creativa e l'intuito contemporaneo per la bellezza insiti in questo giovane e promettente artista.
Gastone Bianchi (Trieste, 1986), pittore, scultore e designer, si forma alla Scuola Internazionale di grafica di Venezia con i maestri Davide Battistin e Takahiro Kishi. Nel 2005 frequenta diversi corsi e laboratori artistici alla Scuola del Vedere di Trieste con i maestri X.A. Polomar, R. Busdon, J.A. Gonano, C.M. Feruglio. Dopo studi specifici a Lugano, idea e realizza vasi in vetro colorato, gioielli e fumetti.
Ha tenuto due personali: Gli occhi dell'anima nel 2011 nella Sala d'arte Centuria Centum Heredia di S. Martino di Terzo di Aquileia con installazioni, rielaborazioni e una scultura e La fatalità dell'indifferenza nel 2015 alla Galleria Rettori Tribbio di Trieste con una serie di incisioni.
Ha partecipato alla mostra internazionale P.C. Dominioni. Cent'anni dopo in sedi istituzionali a Trieste e a Bruxelles, a rassegne e concorsi internazionali quali Trieste Contemporanea, Pittura e grafica di Agliano Terme, Grado Arte, XXII Concorso Lilian Caraian (segnalato) di Trieste, a varie edizioni di Opera XS e ad Artisti Contemporanei a Colonia, organizzato dall'Istituto Italiano di Cultura della città tedesca, e a varie collettive.
Fonte: Comunicato del Comune di Trieste
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