Histria al Museo Sartorio

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Histria: opere d'arte restaurate da Paolo Veneziano a Tiepolo
Sotterraneo del CIVICO MUSEO SARTORIO, via Duca d'Aosta, 3 a Trieste
dal 29 giugno 2006

Orario:
da lunedì a venerdì 10-17, sabato 10-13
chiuso domenica e festivi
ingresso euro 2
informazioni 040 301479

L'iniziativa, promossa da Comune di Trieste - Assessorato alla Cultura - Civici Musei di Storia ed Arte, Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico del Friuli Venezia Giulia è stata presentata oggi da Ugo Soragni, direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, da Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste, da Massimo Greco, Assessore alla Cultura del Comune di Trieste e da Adriano Dugulin, direttore dei Civici Musei di Storia ed Arte.

Nella splendida cornice del Sotterraneo del Civico Museo Sartorio, dove si sono da poco conclusi i lavori di recupero e valorizzazione a cura del Comune di Trieste che ha portato a termine quanto iniziato dalla mecenate Fulvia Costantinides, le preziose opere - concesse in deposito temporaneo ai Civici Musei di Storia ed Arte a seguito di una apposita convenzione - hanno trovato una suggestiva collocazione provvisoria prima del loro trasferimento nelle Scuderie del Castello di Miramare.

I visitatori potranno inoltre ammirare per la prima volta in assoluto i resti di una abitazione romana del I secolo d.C, rinvenuti durante i lavori, con alcuni lacerti di un pregevolissimo mosaico a tessere bianche che testimonia l'alto livello dell'insediamento costiero collegato al fiorente emporio tergestino; lo scavo archeologico è stato diretto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia.

L'esposizione è la seconda tappa di un itinerario che dopo più di cinquant'anni restituisce allo sguardo del pubblico, al termine di un restauro che ne ha recuperato il pieno valore estetico e culturale, 21 opere di maestri quali Paolo Veneziano, Alvise Vivarini, Alessandro Algardi, Giambattista Tiepolo, Vittore e Benedetto Carpaccio. Particolare e commovente anche la loro vicenda storica: rimosse nel 1940 da chiese e musei dell'Istria per proteggerle dai rischi della guerra, sono rimaste da allora inaccessibili al pubblico.

Era il 1940 quando Giuseppe Bottai, ispiratore della legge di tutela del patrimonio artistico italiano del 1939, emanava la legge sulla "Protezione delle cose d'interesse artistico, storico, bibliografico e culturale della Nazione in caso di guerra". A partire da questo momento si apriva un nuovo capitolo della vicenda storica, artistica e per certi aspetti anche " umana" di opere che la viva consuetudine delle persone, prima ancora degli studi, aveva consacrato come le maggiori testimonianze dell'arte italiana e veneta in territorio istriano, lungo un arco temporale che va dal Trecento al Settecento. Provenienti da chiese, edifici, collezioni pubbliche e private di un territorio che dal Friuli alla Venezia Giulia si estendeva fino all'Istria e Fiume, erano centinaia i pezzi d'arte che avevano trovato riparo da bombardamenti e depredazioni in ricoveri segreti nell'entroterra friulano, custoditi in apposite casse di legno. Nel 1943, quando la sede d'accentramento di Villa Manin a Passariano non dava più garanzie di sicurezza, la Soprintendenza diede modo ai proprietari che lo chiedevano di riavere indietro le opere; gran parte di questo patrimonio tornò così in Istria. Ma per alcune casse provenienti dalle chiese e dai musei di Capodistria e Pirano si giudicò più prudente la permanenza in Friuli; nel 1948 vennero trasferite a Roma, al Museo Nazionale Romano e dal 1972 al Museo Nazionale di Palazzo Venezia.

Nel 2002 la Soprintendenza speciale per il polo museale romano, che le aveva in consegna, ricevette dall'allora Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Vittorio Sgarbi il permesso di aprire le casse istriane. Le opere vennero quindi assegnate alla Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico del Friuli Venezia Giulia che, in collaborazione con la Soprintendenza speciale per il polo museale romano, ha provveduto al loro restauro con un finanziamento straordinario del Ministero.

Grazie all'iniziativa congiunta del Ministero per i beni e le attività culturali e dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - che ha adottato il progetto della mostra curato dalla Soprintendenza nel programma dei finanziamenti previsto dalla legge n. 72 del 2001, "Tutela del patrimonio storico e culturale delle Comunità degli esuli istriani" - è possibile oggi ammirare questi capolavori, tornati davvero alla luce e allo splendore originario.

Si avrà modo di ripercorrere alcune tappe salienti e fino ad oggi lacunose della storia dell'arte italiana e veneta, partendo dal prezioso polittico a fondo oro di Paolo Veneziano fino alla splendida Madonna col Bambino e due angeli musici di Alvise Vivarini, per passare a Vittore e Benedetto Carpaccio ed arrivare alla Madonna della cintola di Giambattista Tiepolo. Per il pubblico degli "intenditori" e degli studiosi non mancano "riscoperte" di maestri meno noti quali Francesco Terilli e Matteo Ponzone, uno dei maggiori protagonisti della pittura del Seicento in laguna.

La mostra tenutasi al Civico Museo Revoltella dal 23 giugno 2005 all'aprile 2006, è illustrata in un ricco catalogo, curato da Francesca Castellani e Paolo Casadio ed edito da Electa, con saggi e singole schede che ripercorrono lo stato della ricerca storico-critica relativa alle opere esposte, ricollocandole nella loro naturale cornice culturale ed artistica - l'area istriano-veneta tra Trecento e Settecento - e dando conto delle nuove attribuzioni e precisazioni cronologiche emerse durante i lavori di studio e recupero conservativo; alcuni saggi tecnici completano la documentazione specifica sui restauri, condotti con l'ausilio di specialisti dell'Istituto Centrale del Restauro di Roma e del Politecnico di Milano.
E' disponibile pure una guida breve.

Fonte: Rete Civica

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