Notizia inserita il 21/12/2010
A PALAZZO GOPCEVICH UN IMPORTANTE VOLUME DEDICATO AL GRANDE GALLERISTA DI ORIGINE TRIESTINA LEO CASTELLI
Martedì 21 dicembre alle ore 17.30 alla Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich (via Rossini 4) a Trieste l'Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, il Consolato di Francia e Johan & Levi editore invitano alla presentazione del volume di Annie Cohen-Solal intitolato "Leo & Co. Storia di Leo Castelli" (pgg. 463, € 33,00). L'architetto Marianna Accerboni, il critico Giuliana Carbi e Attilio Codognato, collezionista e amico di Leo Castelli, discuteranno con l'autrice del gallerista che ha cambiato il mondo dell'arte contemporanea.
"Non sono un mercante d'arte, sono un gallerista" amava ripetere Leo Castelli. Per i suoi artisti è stato molto di più: un mecenate.
Dall'apertura della prima galleria nel 1957 fino alla morte nel 1999, Castelli domina la vita culturale newyorkese ed eleva lo status dell'artista americano, che in quegli anni raggiunge la vetta più alta nel panorama artistico mondiale. Con lui si afferma la figura del gallerista polivalente. Imprenditore e infaticabile scopritore alla perenne ricerca del nuovo, è pronto a correre rischi e a servirsi delle strategie commerciali più efficaci per dare visibilità ai suoi protetti. Affiancato da Ileana Sonnabend - ex moglie con cui mantiene un rapporto di grande complicità - Castelli incoraggia i talenti emergenti e li promuove presso le istituzioni museali. Tramite una vasta rete di rapporti internazionali reinventa le regole del mercato e rivoluziona la cultura artistica stessa. La scoperta di DI Jasper Johns, suo artista feticcio, e la consacrazione di Robert Rauschemberg alla Biennale di Venezia del 1964 sono solo i primi colpi messi a segno. Si susseguono numerose altre epifanie - Frank Stella, Roy Lichtestein, Andy Warhol, James Rosenquist, Cy Twombly, per citarne solo alcuni - che lo confermano come creatore di miti.
Ma chi è Leo Castelli, l'uomo che ha atteso i cinquant'anni per aprire la sua prima galleria? Dietro il carisma di europeo affabile e mediatico si nasconde un uomo dalle molteplici identità. Nato nel 1907 a Trieste da genitori ebrei, Leo trascorre i primi trent'anni nelle grandi città d'Europa - Vienna, Milano, Budapest, Bucarest, Parigi. La sua traiettoria professionale inizia con l'esodo rocambolesco nel Nuovo Mondo per fuggire al drammatico contesto politico-sociale delle leggi razziali naziste e degli sconvolgimenti che ne seguiranno.
Annie Cohen-Solal affonda le radici del suo racconto nel passato remoto della famiglia Castelli, ne rintraccia gli antenati nella Toscana rinascimentale e ricostruisce una storia fitta di persecuzioni, guerre, rotture, spostamenti, che offre sorprendenti analogie con il passato più recente della famiglia e con la parabola stessa di Leo. Ironia della sorte: un uomo sempre reticente sulla propria identità ebraica trova proprio nel Jewish Museum, dopo il MOMA, l'istituzione che lo sancirà come paladino dei grandi movimenti dell'arte americana - dal Pop al Concettuale - che sono l'imponente lascito di Leo Castelli.
Annie Cohen-Solal è nata in Algeria e ha conseguito un dottorato in letteratura francese alla Sorbona. Autrice della biografia Sartre (1986), già docente all'Ècole des Hautes Ètudes en Sciences Sociales di Parigi, alle Università di Berlino, Gerusalemme, Paris XIII e Caen, attualmente è visting processor alla Tisch School of the Arts (New York University), dove tiene seminari di politica culturale e globalizzazione delle arti visive.
Arrivata a New York nel 1989 come consigliere culturale dell'Ambasciata di Francia, rimane segnata dall'incontro con Leo Castelli, tanto da virare il proprio campo di interessi verso l'arte contemporanea. L'edizione francese di Leo & C. ha vinto l'Artcurial Prize per il miglior libro d'arte contemporanea nel 2010. Vive fra New York, Parigi e Cortona.
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