Il vampiro nella narrativa italiana

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Il personaggio del vampiro nella letteratura italiana, dall'unità ad oggi: è il tema della conferenza del dott. Fabrizio Foni, del dottorato in Italianistica dell'Università di Trieste. La conversazione, promossa dal Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste e introdotta dal prof. Elvio Guagnini, è in programma martedì 7 febbraio alle ore 17.30 alla Biblioteca Statale, in Largo Papa Giovanni XXIII n. 6.

Durante l'incontro verranno proiettati degli spezzoni di alcuni storici film sui vampiri, tra i quali "Les vampires" di Louis Feuillade (del 1915), il classico "Nosferatu" di Murnau (del 1922), oltre a "Dracula" di Browning e "Vampyr" di Dreyer, entrambi realizzati negli anni '30.

L'ingresso è libero.

La figura del vampiro - contrariamente a quanto si possa pensare - è molto radicata non solo nella storia, ma anche nella cultura attuale: si ritrova infatti come personaggio sia nelle tradizioni popolari, che nella narrativa d'autore, nel teatro, nell'opera lirica, nei film, nei fumetti, nella musica leggera... Ma è anche affermato come concetto sociologico (come simbolo di qualcosa che sottrae energia e che schiavizza), presente nell'immaginario collettivo e nell'odierna cultura di massa.

Il dott. Fabrizio Foni proporrà una panoramica delle tematiche vampiresche nella narrativa italiana: un ambito finora non molto esplorato, ma di dimensioni tutt'altro che limitate. Il bevitore di sangue appare infatti per la prima volta nel 1827-28 nel romanzo storico "La battaglia di Benevento" di Francesco Domenico Guerrazzi e, dopo l'Unità d'Italia, nel "Vampiro" di Franco Mistrali (del 1869), e poi ancora in "Fosca" (del 1869), dello scapigliato Igino Ugo Tarchetti. Il vampiro è anche rintracciabile nelle novelle pubblicate dalle riviste popolari del primo Novecento, quali La Domenica del Corriere o il Giornale Illustrato dei Viaggi. Luigi Capuana, nel 1904, descrive "n vampiro" terribile e invisibile, seguito nel 1906 da "L'ossessione rossa" di Giuseppe Bevione, illustrato dal notissimo Antonio Rubino.

I succhiatori di sangue hanno affascinato persino Italo Calvino, che ha riservato loro una parte nel "Castello dei destini incrociati", del 1973. Gianfranco Manfredi ha realizzato nel 1987 una bella raccolta di racconti dal titolo "Ultimi vampiri", mentre la giovane e promettente Chiara Palazzolo ha incentrato su questo lugubre tema il suo "Non mi uccidere", del 2005.

Sono, questi, solo alcuni esempi: di vampiri italiani ce n'è infatti a bizzeffe, di tutti i tipi e per tutti i gusti, dall'800 ad oggi (per arrivare fino al vampirico funzionario di partito di "Anemia", del 1984, del mediologo Alberto Abruzzese, che assieme ad Achille Pisanti ne ha tratto anche un film per la tv).

Il dott. Fabrizio Foni, relatore di questa insolita conferenza, si interessa come studioso ai vari fenomeni dell'industria culturale attinenti il fantastico e l'orrore, quali narrativa, cinema, fumetti e altre forme d'intrattenimento popolare. Oltre ad alcune pubblicazioni sul tema, lo scorso anno Foni ha contribuito a fondare 'Il corsaronero - Rivista salgariana di letteratura popolare'. Assieme a Luca Crovi, ideatore e conduttore del programma "Tutti i colori del giallo" di Radio Due, sta preparando una breve storia della letteratura orrorifica in Italia.

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