Stai visualizzando una notizia archiviata. Eventuali date presenti in questa pagina possono far riferimento ad anni passati. Per le notizie correnti vai all'Home Page.
Nell'anno delle celebrazioni del 250esimo anniversario della nascita di Wolfgang Amadeus Mozart, il Teatro Verdi di Trieste rende omaggio al grande compositore salisburghese dall'11 al 18 maggio con la messa in scena del Ratto dal serraglio (die Entführung aus dem Serial) che sarà rappresentato in lingua originale con sopratitoli.
L'opera è una delle composizioni più importanti per la formazione della scrittura drammaturgica di Mozart che proprio nel Ratto dal serraglio trova la sua prima compiuta definizione segnando il passaggio del compositore salisburghese alla maturità.
Composto a soli 26 anni tra il 1781 e il 1782 per il Burgtheater di Vienna, Il ratto dal serraglio è uno singspiel, genere teatrale dalle caratteristiche simili all'opera comique e anche all'operetta, che unisce musica e parti recitate. Lo stile dello singspiel offrendo la possibilità di muoversi liberamente tra note e prosa grazie alla sua forma meno rigida e severa rispetto all'opera lirica, permetteva a Mozart di esprimersi con tutta la freschezza dei suoi anni giovanili e di realizzare per la prima volta "quel singolare connubio d'allegrezza e di tenera malinconia - come scrive Massimo Mila - che evade dagli schemi dell'opera seria e dell'opera comica e che costituisce il suo fascino segreto".
A rendere ancora più sentito l'impegno del compositore interviene anche l'analogia della vicenda esotica del Ratto tratta da una commedia di Christoph Frederich Bretzner, e incentrata sulla coppia Belmonte - Konstanze, con le personali esperienze del matrimonio di Mozart con Costanza Weber, contrastato dal padre Leopold.
La tenera caratterizzazione psicologica della coppia Belmonte-Costanza si contrappone a quella, vivace e popolaresca, dell'altra coppia dell'intreccio, Pedrillo-Blonde, a cui è affidata la parte comica. Le due coppie cercano una via di fuga dall'harem del pascià Selim che, pur conquistato dalla bella e nobile Konstanze, lascia liberi i quattro prigionieri di ritornare in patria. Una parte della critica musicale ha voluto ravvisare un richiamo alla figura dell'imperatore Giuseppe II nel personaggio del pascià Selim che rovescia lo stereotipo europeo del turco barbaro e crudele in una figura esaltata per la sua la magnanimità, nobiltà e tolleranza.
Il "National-Singspiel", a cui Mozart aderisce con quest'opera, rappresentava al tempo l' unica alternativa che l'Imperatore Giuseppe II riteneva possibile contrapporre alla scuola italiana, come espressione del nascente sentimento nazionale legato alla figura dell'imperatore stesso che in quegli anni impersonava proprio il prototipo del nuovo sovrano riformista e illuminato.
Assente dalla programmazione artistica del Teatro Verdi da 31 anni, - la precedente produzione data gennaio/febbraio 1976 - ,Il ratto dal serraglio fu rappresentato a Trieste per la prima volta nella versione scenica italiana nel febbraio 1941 ed era interpretato da Lina Aimaro (Costanza), Emilio Rienzi (Belmonte) e Vincenzo Bottoni (Osmino) sotto la direzione del M° Antonino Votto. La produzione della Fondazione Maggio Musicale Fiorentino che sarà a giorni sul palcoscenico del "Verdi" è stata ideata dal regista tedesco Eike Gramss, personalità di spicco nel teatro lirico e di prosa a livello europeo e attuale direttore del teatro di Berna. Nonostante lo stimolante confronto tra due civiltà quella occidentale e quella orientale che emergono dal Ratto dal serraglio e che facilmente possono prestarsi a letture attualizzanti o politicizzate, Eike Gramss ha mantenuto una lettura tradizionale dell'opera nella convinzione che "il valore dell'incantevole Singspiel mozartiano venga esaltato - sono parole del regista - proprio lasciandolo in quell'Oriente favoloso che il libretto ci propone e in quell'esaltazione dell'esotico e delle "turcherie", così diffusa nella cultura occidentale settecentesca ed illuminista".
Una doppia compagnia di canto si alternerà sul palcoscenico nelle otto recite che si susseguiranno con cadenza quotidiana. Ad eccezione di Selim, il pascià, interpretato dall'attore tedesco Max Volkert-Martens, nel corso delle recite si alterneranno il soprano polacco Elzbieta Szmytka con la napoletana Valeria Esposito nel ruolo di Konstanze; il tenore lituano Edgaras Montvidas e l'austriaco Bernhard Berchtold nel ruolo dell'innamorato Belmonte; la seconda coppia di innamorati è formata dal soprano friulano Annamaria Dell'Oste e dalla coreana Eunshil Kim nel ruolo di Blonde e nel ruolo di Pedrillo i tenori Cenk Biyik di origine turca e Andreas Winkler austriaco. Completa il cast artistico il ruolo di Osmin interpretato in alternanza dal basso islandese Kristian Sigmundsson e da Jaco Huijpen. Compagnia artistica, Coro istruito dal M° Lorenzo Fratini, e Orchestra del Teatro Verdi saranno guidati dal M° Ottavio Dantone, direttore dall'intensa attività artistica sia a livello di solista e di leader di gruppi da camera, sia di affermato direttore d'orchestra attivo in campo nazionale ed internazionale. Diplomato in clavicembalo e organo, Ottavio Dantone si è dedicato fin da giovanissimo all'approfondimento della musica antica ampliando successivamente il repertorio fino ad abbracciare il periodo classico e romantico e conseguendo affermazioni di particolare successo come nella recente produzione di "Rinaldo" alla Scala di Milano.
Lo spettacolo che si rappresenta l'11,12,13,14,16,17,18 maggio al "Verdi" e il 23 maggio al Teatro Nuovo Giovanni da Udine di Udine sarà preceduto martedì 9 maggio dalla prolusione all'opera a cura del critico musicale Gianni Gori, che si terrà alla Sala del Ridotto del "Verdi"con inizio alle ore 18.