Notizia inserita il 04/05/2022
«Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia entra in collaborazione con la Compagnia Fierascena e sostiene l'attività teatrale nelle carceri ad iniziare dal progetto "QUESTO IMMENSO. Dialoghi con il tempo e con il cuore umano" una performance cui si potrà assistere all'interno della Casa Circondariale "Ernesto Mari" di Trieste il prossimo 26 e 27 maggio alle 15.00. Tutte le informazioni per la prenotazione che va effettuata entro il 10 maggio».
Il 26 e 27 maggio prossimi alle ore 15.00 sarà possibile assistere - all'interno della Casa Circondariale "Ernesto Mari" di Trieste - allo spettacolo "QUESTO IMMENSO. Dialoghi con il tempo e con il cuore umano" che nasce quale performance conclusiva del corso di formazione alla pratica teatrale "Rinascere dalle ceneri" promosso da Enaip FVG e dalla casa Circondariale stessa e realizzata dalla Compagnia Fierascena con cui il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia apre una collaborazione.
Una partnership avviata nel segno di una progettualità che si immagina non sporadica, ma articolata, nella convinzione che il linguaggio del teatro possa essere di grande stimolo ed occasione di benessere nei contesti di fragilità ed emergenza.
Il direttore del Teatro Stabile, Paolo Valerio, ha assistito al saggio di fine corso e ne è rimasto molto colpito «Questa esperienza da puro spettatore è stata per me davvero toccante» ha commentato. «Lo spettacolo con i giovani detenuti vive di una semplicità e di un contenuto che ne mettono in luce la qualità. Partono da un lavoro di improvvisazione e sviluppano una drammaturgia molto legata al tema del tempo così complesso e drammatico nella dimensione del carcere. Ritengo fondamentale che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, come già da molti anni, dedichi forte e crescente attenzione ai temi sociali e civili e quindi in modo particolare a quelle persone che attraverso il teatro possono trovare una forma di rinascita nell'arte».
"QUESTO IMMENSO. Dialoghi con il tempo e con il cuore umano" è in effetti Una breve performance che racconta le risonanze tra il tempo "dentro" e il tempo "fuori", che racconta il tempo che passa, il tempo sospeso, il tempo desiderato e anche temuto a volte, e che forse, per un attimo, ferma il tempo e lo fa riposare.
Quanto può durare un'ora? E un minuto? Quanto può durare un minuto? Quando è il momento giusto per parlare? E quali sono le parole giuste per dire la verità? Non tutto si può dire, ma c'è un linguaggio segreto con cui i nostri cuori parlano tra di loro, costantemente.
Lo spettacolo diretto da Elisa Menon, fondatrice di Fierascena, attrice e regista, conta sull'interpretazione della stessa Menon assieme a Giulia Possamai, Luis Alberto, Leudy, Aimen, Luca, Leonard.
Questo dialogo "con il tempo e il cuore umano" potrà avvenire in un emozionante incontro fra gli attori ed il pubblico, nelle giornate del 26 e del 27 maggio alle 15.00. A causa delle norme di sicurezza legate alla pandemia le due recite non si potranno tenere, come inizialmente immaginato, alla Sala Bartoli: il pubblico assisterà allora allo spettacolo negli spazi del carcere.
Per prenotare i biglietti ci si dovrà recare alla Biglietteria del Politeama Rossetti a partire da martedì 3 maggio e tassativamente non oltre martedì 10 maggio: per permettere i necessari adempimenti di sicurezza, sarà necessario - contestualmente alla richiesta di prenotazione del posto - lasciare il proprio nome, un recapito telefonico e una fotocopia del propio documento di identità.
Qualche giorno prima dello spettacolo si
riceverà la conferma del biglietto, che sarà
gratuito, assieme alle informazioni per accedere alla Casa
Circondariale "Ernesto Mari"
(via Coroneo 26,
Trieste).
Eventuali informazioni sono disponibili anche sul sito
www.ilrossetti.it e al numero 040.3593511.
"QUESTO, IMMENSO. Dialoghi con il tempo e con il cuore umano"
con
Elisa Menon
Giulia Possamai
Luis Alberto
Leudy
Aimen
Luca
Leonard
regia Elisa Menon
Elisa Menon è attrice, autrice e regista, esperta di Teatro sociale ed Applied Theater. Conduce laboratori teatrali nelle carceri di Gorizia e Trieste ed in generale in tutti quei contesti di fragilità e di emergenza in cui il teatro diventa una risorsa di benessere per chi lo pratica.
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