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In occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita di Sigmund Freud, nato il 6 maggio 1857 a Freiberg in Moravia, molte sono le iniziative volte a celebrarne la figura. Il pensiero e l'opera del fondatore della psicoanalisi appaiono infatti a tutt'oggi estremamente problematici ed attuali sotto molti profili.
In questo contesto si inserisce il convegno dal titolo "Metapsicologia. Freud tra filosofia e scienza" che si tiene il 30 e 31 maggio nell'Aula Atti «Arduino Agnelli» della Facoltà di Lettere e filosofia di Androna Campo Marzio 10. Come si evince dal titolo, il convegno si caratterizza per l'attenzione alle implicazioni metapsicologiche del pensiero freudiano, considerate nella loro dimensione filosofica e scientifica.
Il tema rimanda ad alcuni tra gli aspetti più avvincenti dell'impresa intellettuale freudiana. Freud fu sempre assai attento all'elaborazione di ipotesi biologiche e neurologiche, ma anche epistemologiche ed antropologiche, che avrebbero dovuto fornire un supporto in certo modo esterno alla psicoanalisi. Questa metapsicologia, che attraversa come un fiume carsico l'intera opera freudiana, testimonia per un verso di un istinto genuinamente scientifico, rivelando talora aspetti di grande attualità.
Al tempo stesso, essa rivela un Freud autentico, costantemente alle prese con un'inquieta rielaborazione che accompagna gli sviluppi teorici della dottrina psicoanalitica nella loro evoluzione. Questo insieme di riflessioni, ancor oggi di straordinario interesse e tuttavia non sempre oggetto di adeguata attenzione, si candida in modo naturale a favorire il dibattito interdisciplinare tra studiosi di diversa provenienza e impostazione.
I partecipanti al convegno indagano questi snodi teorici a partire dal contesto storico di riferimento, ma anche alla luce delle tendenze più recenti in filosofia, in psicologia sperimentale - con uno sguardo attento alle recenti scoperte nelle neuroscienze - e nella pratica psicoanalitica.
La giornata del 30 maggio si apre con le relazioni di Riccardo Martinelli ed Annamaria Accerboni, che introducono la figura di Freud inserendolo nel suo tempo con particolare riguardo al rapporto con la nostra Regione e con Trieste, città dove il giovane Freud svolse i primi studi sperimentali nel campo della biologia marina e alla quale rimase legato anche successivamente.
Luigi Cataldi Madonna e Stefano Poggi scavano nelle radici storiche più profonde del pensiero freudiano, a partire dalla grande stagione settecentesca per includere infine il romanticismo e il realismo ottocenteschi. Nel pomeriggio, Carlo Semenza analizza le implicazioni dell'esperienza di Freud come neuropsicologo, mentre Ettore Jogan esamina alla luce della clinica il rapporto tra psicoanalisi e le neuroscienze contemporanee. Franco Paracchini espone la questione del superamento della psicologia a partire dal rapporto con Binswanger, mentre Franca Madioni riflette sul tema della soggettività nel pensiero freudiano e il passaggio dalla prima alla seconda topica. La giornata del 31 maggio, aperta e coordinata da Nicola Bruno, Direttore del Dipartimento di Psicologia, è dedicata a un approfondimento dei rapporti con la psicologia sperimentale. L'intervento di Tiziano Agostini concerne le omologie tra psicodinamica e le dinamiche della visione; mentre Mauro Antonelli richiama la figura dello psicologo triestino Vittorio Benussi e la sua originale attività di sperimentazione sull'inconscio. Chiude i lavori Serena Cattaruzza con alcune considerazioni sull'«assiomatica» della psicoanalisi.
Il convegno è frutto dell'iniziativa congiunta dei Dipartimenti di Filosofia e di Psicologia e rientra tra le attività dei Dottorati di ricerca in Filosofia e di Psicologia (coordinati rispettivamente da Riccardo Martinelli e Tiziano Agostini), ma è aperto al pubblico e si rivolge a un ampio parterre di potenziali interessati. In entrambe le giornate si prevede di dedicare adeguato spazio alla discussione degli interventi.
Fonte: www.units.it